Sono innumerevoli gli esempi di mobbing che colpiscono i lavoratori sul luogo di lavoro.
Nell’articolo facciamo chiarezza su questo fenomeno e capiamo come difendersi in questi casi.
Indice dei contenuti
Quali sono i casi di mobbing sul lavoro
I casi di mobbing sul lavoro indicano una serie di comportamenti ostili, intimidatori e vessatori perpetrati nel tempo nei confronti di un lavoratore che viene umiliato ed emarginato.
Questo fenomeno si può manifestare diversamente, potendosi configurare come:
- mobbing verticale, quando è un superiore gerarchico a prendere di mira un lavoratore
- mobbing orizzontale, che è quello messo in atto dai propri colleghi.
Si tratta, in ogni caso, di comportamenti nocivi per il dipendente che li subisce, il quale può riportare serie conseguenze per la sua salute psico-fisica, come ansia o depressione.
Queste condotte, inoltre, colpiscono la serenità e la fiducia del lavoratore ed hanno quindi un impatto negativo anche sulla sua vita professionale.
Gli esempi di mobbing più frequenti
Le situazioni che possono verificarsi a danno di un lavoratore preso di mira sul luogo di lavoro sono diversi.
Tra gli esempi di mobbing più frequenti vi sono:
- rimproveri e richiami costanti, sia in privato che in pubblico, anche ingiustificati
- isolamento nell’ambiente lavorativo ed esclusione da riunioni, corsi di aggiornamento, attività, comunicazioni aziendali
- umiliazioni, battute, insulti, diffamazione e calunnia
- demansionamenti e dequalificazioni, perché il lavoratore viene assegnato a mansioni inferiori oppure sottoposto a carichi di lavoro eccessivi e intollerabili
- mancata assegnazione di compiti lavorativi, che rende totalmente inattivo il lavoratore
- controllo assillante, eccessivo e irragionevole del lavoro
- negazione ingiustificata di permessi, ferie o privazione dei benefit aziendali
- minacce di licenziamento o di perdita di opportunità lavorative.
Come riconoscere i casi di mobbing
Una sentenza della Corte di Cassazione (n. 10037/2015) ha individuato 7 parametri che dimostrano la presenza di mobbing sul lavoro e che se provati lavoratore permettono allo stesso di ottenere il risarcimento per i danni subiti.
Secondo i Giudici, infatti, i comportamenti che caratterizzano i casi di mobbing sono quelli che si verificano sul posto di lavoro e presentano alcuni elementi comuni, quali:
- le umiliazioni, mortificazioni e gli altri comportamenti nocivi aventi durata nel tempo
- si tratta di condotte che si ripetono nel tempo e non episodiche
- i comportamenti ostili devono essere almeno due tra quelli più frequenti, e cioè attacchi alla possibilità di comunicare, alla reputazione, isolamento sistematico, cambiamenti delle mansioni lavorative, violenze o minacce
- il lavoratore deve trovarsi in una posizione di inferiorità manifesta
- le condotte vessatorie devono procedere per fasi successive che cominciano con un conflitto mirato, seguito dall’inizio del mobbing per poi proseguire con sintomi psicosomatici aggravati da abusi che causano un peggioramento dello stato di salute della vittima
- deve esservi un intento persecutorio.
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Se hai subito casi di mobbing sul lavoro hai diritto di ottenere il risarcimento per i danni subiti.
Non esitare a contattarci, i nostri legali potranno aiutarti ad ottenere tutela.
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FOCUS
Cosa dice la normativa sui casi di mobbing sul lavoro
Nell’ordinamento italiano non esiste una disciplina che colpisce nello specifico i casi di mobbing sul lavoro. Tuttavia, vi sono diverse norme che permettono di considerare illegale queste condotte e mirano a combattere il fenomeno.
Tra queste, in particolare, vengono in rilievo:
- l’articolo 41 della Costituzione secondo cui l’iniziativa economica privata, pur essendo libera, non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana
- l’articolo 2087 del codice civile che impone al datore di lavoro di adottare tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità, l’incolumità e la personalità morale del lavoratore
- l’articolo 2049 del codice civile che prevede che il datore di lavoro risponde dei danni cagionati dal fatto illecito commesso dal proprio dipendente durante lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Il risarcimento per mobbing
Il lavoratore che in conseguenza delle condotte umilianti, vessatorie e ostili subite nel tempo sul luogo di lavoro, riporta gravi danni alla sua integrità psico-fisica ha diritto di ottenere il risarcimento per mobbing sul lavoro.
In tal modo è possibile richiedere il ristoro dei danni patrimoniali e non patiti, ma a tal fine è necessario fornire adeguate prove dei comportamenti mobbizzanti e delle conseguenze che questi hanno avuto sulla salute e sulla vita professionale del dipendente.
Pertanto, sarà importante procurarsi la documentazione medica che certifica le patologie, raccogliere le testimonianze dei colleghi o di chi era presente sul luogo di lavoro e, altresì, conservare le email, le lettere e i messaggi, specie se contengono offese, minacce, calunnie o frasi diffamatorie.
Rivolgiti a noi di SLLS Legal: riceverai supporto ed assistenza per far valere i tuoi diritti e ottenere giustizia.